Pensieri e Testimonianze
Mi piace condividere, con chi naviga il mio sito, alcune recensioni e testimonianze di amici e appassionati di arte che più mi hanno emozionato. Ma anche i pensieri e le emozioni che hanno dato vita ai miei lavori!
Vorrei tuffarmi nel cielo
Grazie ad una segnalazione di una comune amica, Pina Di Carlo, ho potuto conoscere le opere che compone nel suo atelier a Rionero. Le trovo intriganti nelle loro sognanti atmosfere ed ambientazioni. Le tenue sfumature liquide dei colori sollevano le forme in una sterminata fluidità: un delicato invito a volare nel blu a bordo di barchette.
Nei giorni scorsi, la nostra amica ha fatto pervenire a mia moglie e a me una sua riproduzione su tela (una barchetta “germogliata” assieme a due spicchi di luna e due cipressi ad osservare la scena) e due cartoline di campi di papaveri.
Invio il sonetto "Barchette nel blu" che dedico ai suoi fragili ma audaci vascelli, veri “invitations au voyage”.
A mia moglie, e anche molto a me, son piaciuti i campi di papaveri.
Barchette nel blu
Si è in balia dei venti forti e lenti e delle correnti,
come barchette sospinte dallo scorrere dei tempi,
di imprevedibili incomprensibili ingestibili eventi
che della fragile umanità fanno immani scempi.
Esita l’artista, perplesso e tuttavia attratto,
incerto se lanciarsi e lasciarsi trasportare
lontano dalla quotidianità dov’è costretto
e, senza porre resistenza, esili nessi cercare.
Fra il qui e il lì; fra ora e allora, fra mai e sempre,
fra ciò che ha imparato e ciò che non conoscerà
e, con colori o parole, luci fresche e snelle ombre,
sapientemente una possibile armonia forse creerà.
Da sofferenza, con speranza, seguire un bisogno
ed inseguire con sorriso un inafferrabile sogno.
(Beginning of Autumn, 2024)
Francesco Di Muro
Fontana in piazza (Pietragalla)
...e questi vicoli di pietra sono sospesi anch'essi, sono al di qua del cielo, luminosi come il sole, sono ombre quand'è sera. Ombre metafisiche anch'essi. Ombre come noi. Sospesi nella storia.
A. Lostaglio
Dedicato...ai sognatori
Grazie ai sognatori, ma senza la loro immaginazione che ne sarebbe dei nostri sogni? Quelli che creano linguaggi sconosciuti. Che immaginano dal nulla nuovi traguardi. Un po' folli, a volte scomodi.
D. Larotonda
La mia terra
L'età dell'oro è quella della pacificazione con il paesaggio e la volta celeste, e anche del silenzio, abbandonato il confuso vociare che ci tormenta.
Arch. C. Di Vito
Camminando nell'infinito
In questa nuova serie di opere di Donato Larotonda c'è il pericolo di perdersi ed affondare nel cielo notturno variegato e profondo che scaccia l'orbe terracqueo: è un dolce pericolo, perché quel colore corporeo e denso, nella oscurità filtrata della luce lunare, ci ricorda certe notti insonni e visionarie dell'infanzia, in cui ci si aspettava di veder comparire, in fondo al giardino incantato aperto sotto il davanzale, l'immagine di qualche essere fantastico.
Da cui magari trovare salvezza nelle piccole costruzioni in cui alberga la necessità di trovare sempre e comunque un nostro rifugio: "Inverni portum", si legge spesso sui frontespizi o sulle lastre in pietra che decorano gli ingressi di certe avite dimore di campagna. "Inverni portum", è il nostro sentire davanti a queste opere.
Arch. C. Di Vito
Lune cadenti
Donato non indaga la natura con gli strumenti del calcolo razionale come vuole la tecnica imperante, tenta invece il recupero di una visione mitica del mondo, di un cielo abitato dalla mitologia degli astri.
Se però guardiamo attentamente i suoi cieli scopriamo come spesso vi si insinui una seconda luna a sovvertire l'ordine di una poetica in cui forme e colori hanno una dimensione interiore e in piccole superfici alludono a grandi silenzi.
Il tempo, né lineare né circolare, è statico, fermo nell'attimo presente, aggrappato all'albero dalla folta chioma e dal tronco robusto le cui radici però sono solo un unico legno contorto che cerca il legame con la terra.
Che l'artista ne sia o meno cosciente come sempre l'arte "getta luce", apre uno spiraglio di verità sull'instabilità dell'uomo che va e non sa dove.
In queste tele l'uomo non c'è, è oltre la cornice.
A. Acierno
Scorcio con piazza (Rionero)
Ogni luogo della terra può essere tema di pittura. Ma ci sono luoghi che più di altri, hanno attirato gli artisti, li hanno sedotti e si sono fatti ritrarre sulle loro tele.
Possono essere città famose o piccoli paesi lambiti dalla letteratura o dalla mondanità. Oppure possono essere palazzi, chiese, montagne, o immense vallate.
Il mondo della natura, i sentimenti, le passioni,i paesaggi della Lucania si schiudono in infiniti orizzonti in cui il pensiero, le emozioni possono liberamente sconfinare.
Larotonda ha visitato e sta visitando questi luoghi e ne ha tratto non dei d'après ma delle straordinarie e sublimi visioni personali che, nel loro insieme, formeranno un ciclo pittorico denominato "l'età dell'oro".
A.P.
Notte magica
Camminando su un sentiero di arcobaleno, camminando su un sentiero di canto, e tutto intorno a te sarà bellezza. C'è una via d'uscita da ogni nebbia oscura, lungo un sentiero di arcobaleno.
Magnetismo
Due splendidi piani cromatici si incontrano in una luce abbagliante: luce di sapienza e di speranza, dove un albero, un simbolo di vita, sembra chiedere alla sorniona luna che, dall'alto del suo misterioso mondo tutto sovrasta e domina, il perché della vita e del suo continuo divenire.
M. A. Mitrione
Il fiore della vita
Prende vita un paesaggio pieno di frammenti di metafora, messi lì, disseminati, a fecondare tutto ciò che l'arcobaleno protegge, da un cuore volante ad un accenno di verde, mentre da un blu fa capolino mezza falce di luna.
F. Gallo
Alberi
Gli alberi mi avvicinano ai sogni...
Trees make me close to dreams...
D. Larotonda
Blocchi
"Blocchi di cemento, blocchi di pensiero, pensieri stravolti dall'effetto mediatico e dal potere..."
D. Larotonda
Petali di cemento
Solo petali che sorgono dalla terra,si fa sera... La Luna brilla.
D. Larotonda
Radici
Non dobbiamo e non possiamo dimenticare il nostro passato e l’attaccamento che ci riconduce ai nostri territori d’infanzia, ai suoi profumi, ai giochi spensierati di quando eravamo piccoli.
Ogni volta che la nostra mente è libera…questi momenti ci affiorano in CUORE. E i nostri sogni LIBERI, illuminati dalla LUNA, planano in discesa librandosi nell'aria trafitti da inquietudini quotidiane.
D. Larotonda
Il ritmo della vita
Il ritmo della vita odora di infinito. E’ infatti appena accennato, se bene centrale, il simbolo matematico dell’infinito, annuendo alle partiture musicali che fanno della ritmica e della matematica la pura sintesi dell’esistenza e della vitalità espressiva di un artista. L’opera di Donato Larotonda ambisce ad una riesamina dell’universo che da cosmico diventa profondità interiore.
L’antico spartito musicale, virato seppia, spicca il volo fra due ali: ed è ciò che l’arte vuole essere in sintesi dal profondo dell’animo fino ad una rilettura universale dell’esistenza.
A. Lostaglio
Cromatismo solidale
E' l'elogio dell'albero, la sua apologia come colonna del mondo, con l'ammonizione a non esaurirlo, per il generoso egoismo.
Perché se dovessimo esaurirlo, nella folle corsa ad ogni cosa, a tutto, il bel villaggio del mondo, cadrebbe su se stesso, e non ci sarebbero fili a trattenerlo.
Memento mori, fatto come inno alla luce, forte o tenue che sia.
F. Gallo
Il borgo baciato dal vino
- Sulle barricate- (dal catalogo Edizioni d'Arte Coinè) " Consideriamole delle barricate contro la routine queste botti incise, scolpite, dipinte, assemblate che otto prestigiose cantine vinicole dei Colli Bolognesi hanno deciso di affidare al altrettanti artisti di nome.
Milos Vincenzi di Ca' Beltrami si è rivolto al potentino Donato Larotonda che ha voluto scherzare col ferro, in leggerezza, quasi fosse vetro soffiato e si è concentrato sul prodotto finale di tutta questa nostra storia, il vino e la sua verità. Calici, allungati a dismisura da gambi metallici, escono festosi dalle botti quasi fossero zampilli. La barrique è decorata con il paesaggio del borgo emiliano dal fortissimo sapore Lucano"
Jean Blanchaert